“Ma che
ore sono….?” –AAH.
LE 7.00. OGGI VOGLIO TORNARE A SCUOLA. ODDIO. MAMMA. MAMMAAAA- corsi fuori
dalla camera senza neanche mettere le ciabatte e andai in cucina dove mia madre
come al solito preparava la colazione –Mamma,
voglio andare a scuola. Mi fai un panino?- -Cosa? Mi stai prendendo in giro,
ammettilo.- -No, voglio tornarci, tanto lo so che mi hai pagato l’iscrizione
come ogni anno, quindi, fammi il panino e vado.- mi sorrise e con un: -Va bene,
va bene- mi preparò il panino e così riuscì a prepararmi velocemente, misi la
vecchia divisa sperando che non era stata cambiata in questi anni e corsi a
scuola con uno zainetto con un solo quaderno, mi sarebbe bastato andare dal
preside e parlargli di farmi rientrare, se serviva qualche certificato, gliel’avrei
portato dopo, tanto il preside era mio nonno…
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Arrivai al cancello, vidi che parecchia gente mi fissava, erano quelli del
terzo, i miei vecchi compagni, ma poi dovevo incontrare proprio loro? Quanto li
disprezzo, specialmente quelle sgualdrinelle che non fanno altro che parlare
con quella voce straziante che ti stupra un orecchio, “ma
cosa ci trovano di bello i ragazzi in quelle lì?” insomma,
la solita domanda che una ragazza “normale” si
fa.
Così entrai ignorandoli con un’aria
di supremazia assurda, penso che mi sarei fatta antipatia anche a me stessa se
mi fossi vista da persona esterna, quella mattina i capelli li avevo anche
meglio degli altri giorni, mossi ma non troppo gonfi e cadevano fin quasi
vicino al bacino, cosa che capitava una volta ogni 6 mesi per dire… poi
il trucco mi era anche venuto bene, ovviamente molto leggero, stavo andando a
scuola, non a fare la sgualdrina con quelle compagnette di prima in strada, e
per fortuna, non ero ingrassata di molto e quindi la divisa riusciva ancora a
starmi, ma come avevo ben notato, c’era
qualcosa di diverso, la gonna era con delle strisce diverse e quindi si capiva
benissimo che io fossi una appena “ritornata” dopo
un paio di anni, quelli del primo, i ragazzi, continuavano a fissarmi, avevo
voglia di insultarli… “Ma
cosa ci fissate? Sono tanto carina? Ma certo come no, l’unica
cosa che volete e guardare sotto questa gonna così corta e orribile.” Non era
di fatti cambiato il mio modo di pensare a quanto pare, beh, il mio carattere è
sempre stato questo super giù, ma forse prima ero un po’ più
allegra e…
tenera, oserei dire… beh,
ma tanto sarei lo stesso finita in classe con quelli del primo, dopo che due
anni fa mi assentai per due mesi interi, fui bocciata, e adesso, avrei dovuto
ripetere l’anno,
che bella cosa, uscirò da questa scuola già vedova di marito.
Andai dal preside e lì inizio la prima tortura mattuniera.
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-OH PICCOLA MIA! SEI TORNATA? Sei tu…
vero?-
-Dipende chi pensi che io sia, nonno.-
-Ahah si, sei tu, bene… e
allora?-
-Voglio essere riammessa, dimmi la classe.-
-Non riesci a chiedere per favore?-
-Ti sembra?-
-No…bene,
la classe è la 1 C, in fondo al corridoio del secondo piano, a destra.-
-Mhhh…
secondo piano eeh…ho
capito, tornerò l’anno
prossimo, ciau non--- mi interruppe e mi trascinò in quella classe, ormai era
suonata da 10 minuti circa, ero in ritardo.
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-Questa è la classe, tu entra. Io manderò più tardi un avviso della tua
riammissione.- -Devo proprio?- -Si.- -Ahn, e va bene- e così mi decisi ad
entrare, bussai e sentì “prego,
avanti” e
così mi feci avanti ed entrai prendendo un sospiro –B-buongiorno..!!-
la mia voce tremò, avevo appena balbettato, che figura! Alzai il volto verso l’insegnante,
era la professoressa Nao che avevo avuto anche l’anno
scorso, era gentile e buona ma nello studio era molto seria, era di bell’aspetto
ma era ancora zitella a 30 anni –NAO!-
urlai per la gioia di aver rivisto una faccia vecchia ben voluta, lei tossì e
poi rispose –Sensei,
magari. Ti sei decisa a tornare, eh Mizu-san?- -Ah, quindi tu puoi chiamarmi
Mizu?- -Che lingua tagliente che hai! E va bene, vai a sederti per ora, farò io
la presentazione per te, ho già visto quanta poca voglia hai!- -Ahah hai ben
capito- le sorrisi e mi voltai verso la classe, vidi i ragazzi di prima che mi
avevano fissato fuori, mi girarono le scatole a vederli e così andai a sedermi
nell’unico
posto libero, quello infondo vicino la finestra, appena seduta, la
professoressa fece la presentazione –Lei è
Mizu Arukawa, dovrebbe essere una vostra senpai ora, del terzo anno, ma per
vari motivi è al primo con voi, non è che andasse male a scuola, tutt’altro!
Son motivi personali dopotutto ma comunque, spero andiate d’accordo
con lei! E adesso, continuiamo la lezione.- fece questa breve spiegazione che
mi irritò “Son
problemi personali dopotutto eh… E LO
DICI DOPO AVER PRATICAMENTE DETTO QUASI TUTTO?!”
ignorai e sbuffai semplicemente, poi iniziai a guardar fuori dalla finestra,
tanto ciò che stava dicendo io l’avevo
già fatto e lo ricordavo molto bene dato la mia buon memoria, la mia unica
pecca era in matematica, lì avrei di sicuro ascoltato, mentre mi frullavano in
mente questi pensieri, sentì qualcuno bisbigliarmi –Psss Arukawa-san!—mi voltai
e vidi uno di quei ragazzini parlarmi, si presentò –Sono Reichi
Riku, piacere!—disse sempre
bisbigliando, risposi chinando la testa, stavo per voltarmi dall’altro
lato, quando continuò a parlare –Il tizio
vicino a me è Sasayan Yokodera! E quell’altro
è Miki Aka, gli altri sono Naeki e Togami!—quanto
sono seccanti! Ma quando smetteranno di parlarmi? –Va bene,
piacere a tutti.—dissi seccata,
penso se ne accorsero e anche le ragazze davanti che iniziarono a sparlar di me
“Oh
piccole ragazzine, state intraprendendo la carriera delle sgualdrine eeh? Oh
quanto male vi fare, ma neanche ve lo immaginate!” e
così mi girai verso la finestra sperando che queste prime ore passassero
velocemente….
-----Fine capitolo 12 (prima parte), al prossimo!
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