Rilakkuma

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lunedì 7 aprile 2014

Storia: "I'm falling in love" capitolo 23~

------Capitolo 23
-Mamma, sono a casa!- urlai una volta entrata ma non rispondeva nessuno –Mamma??- ancora nessuna risposta, spalancai gli occhi dalla paura “Perche’ non risponde?!” iniziai a correre verso la cucina togliendo di fretta le scarpe, non era lì.
-Mamma!!!- continuai ad insistere chiamandola alzando leggermente la voce, andai in camera sua, non era neanche lì, iniziai ad innervosirmi tanto che iniziai a correre per la casa aprendo tutte le stanze possibili, solo per lei potevo spaventarmi così, poi, pensai, “E se fosse in giardino?” corsi nel giardinetto che avevo dietro casa, fu la corsa più veloce che potessi fare di sicuro, poi la vidi, lì che scherzava con qualcuno, arrossì a vederlo, sia per l’emozione che per la rabbia, urlai –SAI QUANTE VOLTE TI HO CHIAMATO, SEI SORDA PER CASO?1- vidi entrambi girarsi verso di me, mia madre mi guardava con espressione interrogativa, l’altro era sorpreso, stavo per scoppiare a piangere per i nervi, mia madre chinò la testa di lato –Che ti prende?- -Come che mi prende?! Ti chiamo da prima, ti ho cercato in tutte le maledette stanze della casa e tu non davi risposta! Sei invecchiata così tanto da non sentirmi?!- dissi agitando le mani in ogni possibile modo, stavo per scoppiare a piangere, poi, vidi Riku alzarsi dalla sedia e venermi vicino a passo lento, io voltai il viso di lato e osservavo con la coda dell’occhio lui che si avvicinava senza distogliere lo sguardo, ciò che fece fu abbassare il capo per inizio, poi prese un respiro e urlò con tutto se stesso –SCUSAMI!- girai il volto e lo guardai sorpresa, probabilmente avvampai per la sua reazione –Cosa stai--- non mi fece terminare di parlare –Mi dispiace! Mi dispiace! Parlavamo, e a volte scappavano risate, poi mi ha detto di venire fuori in giardino ad attenderti perché pensava che nella cucina ci saremmo stati troppo stretti e così senza esitare ho accettato senza pensare alle conseguenze, mi dispiace!!- sul mio viso si poteva leggere il senso di rimorso, avevo di sicuro esagerato ma mi era presa la paura, alzai il volto e mordendomi il labbro inferiore gli tirai un pugno sulla capoccia –Sei idiota?!?! Di cosa ti scusi?!?! Ti piace farmi sentire un verme??!- vidi lui alzare gli occhi e guardarmi sorridente –Hai ripreso colore finalmente.- quella sua dolcezza mi faceva balzare ogni volta, abbassai il capo imbarazzata –scusate- bisbigliai, l’aria di prima sembrava diventare meno tesa e la tranquillità stava per tornare.
Passarono due minuti e mi sedetti con loro sulle sedie vicino il tavolino che si trovava al centro del giardinetto, era sotto un gazebo, era davvero bello, era stile inglese in legno bianco, esattamente come le sedie abbinate, ma tralasciando i particolari, finalmente mi venne in mente di chiedere a Riku che ci facesse a casa mia –Riku… cosa… ecco, cosa ci fai qui? Ti serviva qualcosa o dovevi dirmi qualcosa…?- cercai di formulare al meglio la frase per non sembrare scortese, lo vidi avvampare, mia madre gli fece un’occhiata e poi si alzò con –Io vado a prendervi qualcosa da sgranocchiare!- “quanto sei poco credibile” cercai di capire al meglio la situazione, formulai di nuovo la domanda –Cosa dovevi dirmi? Riku?- alzò ad un tratto lo sguardo verso di me, mi fissava dritto negli occhi, i suoi di un nocciola molto chiaro che traspariva sul verde e i miei di un verde smeraldo, credo si riflettessero a vicenda, poi iniziò a parlare –Volevo chiederti una risposta!- -Eeeeh? Mi avevi detto che mi avresti dato del tempo!- -Si, lo so, m-ma… Sasayan diceva che non fosse giusto che io attendessi tanto tempo e credo s-sia vero…- disse balbettando e abbassando lo sguardo, io iniziai a guardarmi intorno come per pensarci su, aveva ragione, non potevo farlo aspettare tanto, ma con Kou avevo già preso una decisione ma decisi lo stesso di punzicchiarlo un po’ –Per cosa ti piaccio?- chiesi senza peli sulla lingua –Eee-eeh? Che domanda improvvisa!- disse sbalordito fissandomi rosso, credo che io fossi del suo stesso colore, situazioni imbarazzanti d’altronde, continuai il mio gioco –Rispondimi! Per cosa ti piaccio?- -E-ecco… sei, diversa, diversa in senso positivo, hai un carattere speciale, non ti nascondi mai dietro una maschera, dici sempre quello che pensi, ti arrabbi, ridi, come ti pare sempre e comunque, sei ciò che io desidererei essere, poi… non avevo mai visto una ragazza così bella anche durante il pianto… sei davvero davvero unica, nascondi molte cose, questo è sicuro ma stai cercando di lottare per ciò che vuoi ottenere.. hai forza d’animo, volontà, sei perfetta! E po--- lo interruppi urlandogli contro –ZITTO!- “Io non.. non sono perfetta…” –NON SONO PERFETTA!- “Non sono così forte come credi, io sono debole tanto da sembrare forte” –Io non.. AAAAH QUANTO MI FAI RABBIA!!- gli saltai addosso facendolo cadere dalla sedia, ci ritrovammo entrambi a terra, io su di lui accovacciata e lui che mi fissava con gli occhi spalancati come se cercasse di metabolizzare la situazione, di capire ciò che era appena successo, lo guardai con rabbia e invidia “Io… vorrei essere come te, sempre sincero, sempre carino con tutti… mi fai una rabbia assurda!” non ci pensai due volte, stava per dir qualcosa probabilmente ma lo baciai prima che potesse aprir bocca, lo fissai con gli occhi socchiusi, aveva gli occhi più spalancati di prima, poi io li chiusi e mentre lo facevo notavo che anche lui li stava per chiudere, era un bacio a stampo ma trapelava emozioni diverse tra cui rabbia, simpatia, dolcezza, invidia, roba mescolata quasi incoprensibile, fummo interrotti subito dopo da un rumore di un vassoio probabilmente caduto a terra, mi staccai e girai il viso, era mia madre, ci guardava sconvolti, io mi gettai all’indietro, iniziai a diventare di un colore più accesso del rosso, ma non era solo imbarazzo, anche vergogna, tanto che il mio viso cambiava da rosso a viola a morte, mi alzai e iniziai a correre verso l’interno, superai mia madre che stava cercando di prendermi ma mi scansai e così entrando andai verso le scale che neanche vidi per quanto andavo veloce, mi infilai in camera e chiusi la porte alle mie spalle a chiave, mi lasciai poi cadere a terra con le gambe tremanti, portai le mie mani al viso, ero caldissima in volto, così iniziai a blaterare roba a caso –CHE HO FATTO CHE HO FATTO CHE HO FATTO?!?!?! CHE MI E’ VENUTO IN MENTE?!?! COSA PENSERANNO ORA?!?! CHE HO FATTO?!!!!?!!?!?!!- ero agitatissima.

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Non pensai neanche di scendere a cena, mia madre non venne neanche a bussarmi, probabilmente anche lei in forte imbarazzo, Riku se n’era andato già da ore, avevo sentito la porta d’ingresso aprirsi e un ‘mi dispiace signora per.. per quel… ecco, arrivederci!!!!’ così confusionario e veloce che sembrava un bambino delle medie, anche se effettivamente era da lì che era appena uscito lui, così, mi venne in mente di collegarmi un po’ ai videogiochi, ma quelli solitari, se fossi andata in quale MMORPG probabilmente li avrei incontrati tutti e dopo quella volta non volevo più sentirne parlare “Si prendono tutti sempre gioco di me” dissi con disprezzo e angoscia e un velo di malinconia tra me e me.
Stesi a giocare fino a tardi, le 2, le 3? Chissà che ore erano, ma poi alla fin fine il sonno arrivò, così decisi di mettermi a letto, prima di farlo aprii la porta, così tolsi la divisa e rimasi in mutande e canottiera, sciolsi le codine e mi infilai sotto le coperte, il sonno mi calò subito.
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Mi svegliai sentendo il rumore dei passi vicino la mia porta, mi alzai, bussavano, andai ad aprire convinta che fosse mia madre quindi non curandomi del modo in cui ero, spettinata e mezza nuda, quando aprii rimasi immobilizzata, vidi lui spalancare gli occhi e fissarmi con la bocca socchiusa, la prima cosa che feci fu urlare e poi gli chiusi la porta in faccia “No, no, no, no, no, non può avermi visto così, no, no, no, no, perché questi figure in due giorni?!?! Cos’è? Sfiga?!” –N-non ho visto niente!- urlò la persona dall’altro lato “E chi ti crede?!” –Dillo a quella bocca che tenevi socchiusa!!!!- -Era.. per la sopresa… non ho visto, molto…- -E per vedere, cosa dovevi vedere, me nuda?!?!- urlai –Non sarebbe male!- sentii bisbigliare –Piantala Kou! Cosa vuoi?!?- -Di sicuro non vedere te conciata in quel modo.- -Ma chi ti ha detto di venire a trovarmi?!- -Hai dimenticato il tuo cellulare ieri da me e sono venuto a portartelo, dovresti ringraziarmi!- -Muori!- -Grazie!- -Non c’è di che!- lo sentii ridere, iniziai a mettere la divisa in modo sbrigativo senza neanche indossare le calze ed aprii posando la mano in avanti con il palmo all’insù –Su!- -Cosa?- chiese fissandomi divertito –Il cellulare!!- -Certo.-  disse e poi me lo poso sulla mano che afferrò avvicinandomi, aggiunse sussurando ‘Non sei niente male ragazzina’ gli tirai subito dopo un calcio diventando rossa come non mai –I-IDIOTA!- gli urlai, lo vidi iniziare a ridere come un matto, mi prendeva in giro, come al solito –Non è vero eh?- dissi sembrando quasi dispiaciuta –Vorresti che lo fosse?- -No, grazie.- -Bene, e allora io vado, mi raccomando, apri sempre la porta in quel modo anche a quel tuo amico, Riku mi pare, ne sarà più che felice!- -Vatti a soffocare.- rise di nuovo di gusto poi aggiunse –Ah, tua madre mi ha aperto la porta e poi è corsa al lavoro, mi ha detto di avvisarti- -Okay.- alzò la mano e svolazzandola mi salutò, io mi poggiai al lato della porta e quando uscì, sospirai in un modo assurdo “Solo io posso essere così sfigata.” E così andai a prepararmi per bene per la scuola “…devo affrontare Riku……….” Fu il pensiero che mi girò per la testa.
-----Fine capitolo 23 ‘^’

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